Otranto

Otranto, ridente località turistica affacciata sulla costa adriatica salentina, rappresenta la città d'Italia situata più ad est. Sorge sulla sponda del canale da cui prende il nome, il Canale d'Otranto, largo circa 82 km, che separa l'Italia dall'Albania.

I reperti preistorici trovati nelle numerose grotte della zona testimoniano che la terra fu abitata fin dai tempi remoti. Ciò che si sa con certezza è che anticamente la città era denominata Hydruntum, dal nome del fiume Idro che sfocia nei pressi della costa, ma riguardo le sue reali origini ci sono visioni discordanti: alcuni ritengono che sia di origine messapica, altri invece credono derivi dalla colonizzazione cretese.

Nel corso dei secoli gli avvenimenti più importanti legati allastoria di Otranto si ebbero sotto il dominio dei romani, prima e nel medioevo dopo. All’epoca romana risale la sua notorietà commerciale, quando Otranto ancor più di Brindisi, divenne un importante punto di scambio con la Grecia, un vero e proprio ponte tra Oriente e Occidente. Il periodo medievale attesta invece il suo glorioso passato culminato con il famoso e macabro olocausto dei “Martiri d’Otranto”ad opera dei Turchi, il cui vivido ricordo si è tramandato nel corso di intere generazioni e rimane vivo in alcuni abitanti della città.

Attualmente Otranto, è una cittadina tranquilla trasformata in località turistica viva e dinamica. In alcuni periodi dell'anno le sue strade sembrano deserte, ma con l'arrivo della bella stagione, e soprattutto nel periodo estivo, la città si riempie di visitatori provenienti da ogni parte del Salento e turisti che giungono da ogni parte d'Europa, in virtù del fatto che la località è inserita, a buon diritto, nella lista del Borghi più belli d'Italia.

Da un punto di vista strutturale Otranto si estende anche oltre le mura della città storica, formando una specie di baia alle cui estremità si trovano il porto, con il castello e gli antichi bastioni. Il centro storico è ben conservato con stradine molto accoglienti e di bell’aspetto che meritano una particolare attenzione. Con l'aiuto di una cartina vi consigliamo di percorrere la città alla scoperta di scorci suggestivi, archi e balconi in stile Barocco. Molto diffuse sono le palle di pietra usate dai bombardieri Turchi durante l'assedio del 1480, ed utilizzate ora come ornamento ai lati dei portoni dei palazzi. Tra i monumenti più noti e degni di nota ricordiamo: il Castello Aragonese; la Cattedrale di Otranto, al cui interno si può ammirare il mosaico pavimentale tra i più grandi d’Europa e laChiesa di San Pietro. A poca distanza di Otranto non possiamo non citare inoltre: l’Abbazia di San Nicola; le cripte bizantinedisseminate su tutto il territorio; il Menhir di San Paolo a Giurdignano e la Valle delle Memorie, luoghi degni di una visita accurata all’insegna delle bellezze salentine ricche di storia, cultura e tradizioni.

Infine, per quanto concerne la costa di Otranto, essa si contraddistingue per i suoi fondali bassi e sabbiosi, con l’unica eccezione rappresentata dal fondale del porto che ha dei valori di profondità considerevoli tali da far attraccare navi di modeste dimensioni. Durante il periodo estivo, dal porto, partono traghetti per la Grecia ed in futuro si prevedono anche tratte più importanti.

Ai turisti, che in numero sempre maggiore raggiungono questa splendida località, consigliamo anche una visita ai vicini Laghi Alimini e un’escursione, in direzione sud, verso le splendide località di Castro dove sorge la Grotta della Zinzulusa e Santa Cesarea Terme.

 

La storia di Otranto

 

Otranto è la città posizionata più ad oriente d’ Italia. Questa speciale condizione topografica, ha portato dei vantaggi e anche degli svantaggi alla città nel corso della storia. Recenti scoperte archeologiche testimoniano che Otranto conserva alcune tra le più primitive testimonianze di rapporti con le popolazioni dell’ area egea. Tracce di insediamenti che risalgono ad un periodo che va dal XIII al XI Dopo Cristo, sono state rinvenute nei pressi della chiesetta di San Pietro nel pieno centro storico di Otranto. La posizione prettamente favorevole per gli scambi commerciali, ha permesso ad Otranto il contatto con il mondo Ellenico e questo ha comportato una evoluzione più rapida del popolo talentino. Ne è prova l’ importante ipogeo delle Cariatidi di Vaste risalente alla seconda metà del IV secolo Avanti Cristo.

L’origine del nome della città di Otranto è molto antico. Si ritiene che derivi da Hydruntum, un fiumicello che attraversa la valle dell’ Idro. Si ritiene inoltre che il nome possa derivare da Odronto che in quei tempi indicava un’ altura a ridosso del porto.

Notizie più certe sull’ origine del nome della città si hanno però con Hydruntum nel periodo romano con lo sviluppo e il successivo consolidamento del Cristianesimo, testimoniato dalle numerose cellette presenti nella valle delle memorie e nella valle dell’ Idro. Numerose comunità monastiche, frequentavano queste cellette che sono delle grotte scavate nelle pareti delle valli di forma rettangolare. Durante la fine del VI secolo, nel Salento si ebbe un ribaltamento delle gerarchie e a livello territoriale cambiò la viabilità, risulta che Otranto capeggia un asse che prosegue con Lecce, Oria e Taranto. Questo nuovo asse riprendeva un antichissimo percorso messapico che portò ad Otranto un sostanziale miglioramento nelle vie di comunicazione con la Calabria. Questo nuovo schema di comunicazione portò per alcuni centri nel Mezzogiorno e per Brindisi una completa esclusione, e di conseguenza un rapido decadimento. In questi anni la città di Otranto fu dotata di un eccezionale muro di cinta e da circa 100 torri a base quadrangolare. Durante la dominazione bizantina però Otranto conobbe un periodo di trionfo con la costruzione della chiesa a pianta centrale di San Pietro edificata nel X secolo. Alla fine del XI secolo, venne edificata l’ Abbazia di San Nicola di Casole, che divenne il più importante centro del monachesimo italo-greco in Puglia, e tra il 1347 e il 1438 il monastero più ricco dell’ Italia meridionale. E’ proprio quì, nella ricchissima biblioteca dell’ Abbazia che uscirono numerosi codici che dimostrano i profondi legami della Puglia con l’ Oriente.

Nel XI secolo i Normanni e i loro alleati, avevano conquistato una buona parte della Puglia e solo Taranto Brindisi e Otranto rimanevano fedeli ai Bizantini, ma nel 1064 Otranto cadde nelle mani dei nuovi dominatori. I Normanni, non furono da meno e durante il loro dominio, ridefinirono le strutture difensive, sia il castello che delle mura. Nel 1088 Otranto assistette alla consacrazione della cattedrale e circa un secolo dopo viene completato il mosaico pavimentale di Pantaleone.

Durante gli anni della dominazione normanna, il porto di Otranto ospitò in varie circostanze i cavalieri delle Crociate. Nel 1256 un importante documento proveniente dal Papa, autorizzava gli otrantini alla costruzione e alla riparazione delle mura e delle torri, e all’armamento del porto. Nel successivo dominio angioino, i continui restauri del castello, testimoniavano come la città di Otranto diventava sempre più ambita e prestigiosa.

Nel 1447 Otranto contava più di 1200 abitanti, dimostrando così, di essere una delle città più popolate della Terra d’ Otranto. Il 28 Luglio 1480 una flotta Turca composta da 150 imbarcazioni e 18.000 uomini sbarcò nei pressi dei laghi Alimini ed il giorno successivo, i Turchi, avevano già conquistato il borgo di Otranto. La città che in quel periodo contava circa 6.000 abitanti non poteva resistere a lungo, e l’ 11 Agosto il nemico riuscì ad entrale nel Castello. Lo stesso giorno fecero irruzione nella cattedrale ed uccisero barbaramente l’ anziano arcivescovo Stefano Agricoli. Il giorno 12 Agosto, circa 800 otrantini che si erano opposti alla conversione Islamica, furono crudelmente massacrati sul colle della Minerva. Da questo momento in poi i Turchi erano i padroni di Otranto, ed indisturbati seminarono terrore e morte per quasi tutta la Puglia. Gli Aragonesi si resero conto del pericolo che rappresentava l’ occupazione Turca, e nella primavera del 1482, con l’ aiuto degli Stati Italiani, attaccarono i Turchi da terra e da mare, ed il 23 Agosto subirono un violentissimo attacco che provoco notevoli perdite umane. Il 10 Settembre 1481 i Turchi restituirono la città, ormai diventata un cumulo di macerie e con una popolazione residua di appena 300 anime.

Questo periodo di dominio Turco, aveva ridotto la città di Otranto e il suo territorio, in pessime condizioni, il commercio era distrutto, la Cattedrale di Otranto e il Monastero di Casole erano devastati. Questo era lo scenario che si presentava al Duca di Calabria. Fu così che si diede vita ad una imponente opera di ricostruzione della Cattedrale e dal 1485 anche il Castello e delle mura di cinta. L’ ingresso alla città fu rinforzato da due torri circolari chiamate Alfonsine, e su di esse furono poste due iscrizioni commemorative.

Sul colle della Minerva, dove avvenne la strage dei Martiri, fu costruito un tempio dedicato a Santa Maria dei Martiri e si ricostruirono i conventi di San Francesco dei Domenicani e degli Osservanti. Ancora oggi nella Cattedrale di Otranto, sono conservate le reliquie degli 800 Martiri tragicamente massacrati nell’ estate del 1480.

 

 

Martiri di Otranto

 

Nel Salento a Otranto il 13 agosto come ogni anno ormai, ricorda con una celebrazione i suoi Eroi e Martiri del 1480.

Nella prima metà del 1400 Maometto II, molto abile e crudele, incomincia una progetto volto alla realizzazione di un grande Impero Ottomano. Per quel che riguarda l’attacco alla città di Otranto, avvenne questo.

I regnanti della provincia di Otranto, ebbero alcuni presentimenti, che l’esercito Turco stava adunando militari sulla costa albanese ai danni della provincia, pertanto i regnanti chiesero aiuto al Re Ferrante, che rispose di non dubitare dei Turchi e per sincerarsi, inviò cinquanta cavalieri capeggiati dal Barone Francesco Zurlo, e quattrocento fanti guidati dai Baroni Giovanni Tarantino e Antonio Delli Falconi. Tuttavia il dispiegamento di queste forze era del tutto irrisorio e la popolazione, secondo una stima, contava 6000 anime, costituite in prevalenza da pescatori, agricoltori e piccoli commercianti. Il 27 luglio 1480 l’Impero Ottomano sbarca con le loro imbarcazioni nei pressi di Roca. L’esercito otrantino esce dalla città e affronta i Turchi nei pressi dei lagli Alimini (distanti circa 35km da Lecce), e poiché questi ultimi non sapevano muoversi in quanto poco pratici del luogo, furono costretti, dopo la perdita di un discreto numero di uomini, a ritirarsi sulle imbarcazioni. L’esercito otrantino fece rifugiare il popolo, che viveva fuori dalle mura, nella città murata.

Furono inviate due lettere, una al Re Ferrante, e l’altra all’arcivescovo Francesco De Arenis, chiedendo aiuto in quanto l’armata turca aveva attaccato la città. Ma a quanto pare, le lettere inviate, non servirono a nulla, e gli otrantini si trovarono abbandonati a se stessi. L’esercito turco, che secondo alcune stime, era dotato di circa 50 imbarcazioni tra galee e galeotte, con a bordo 16.000 fanti, e una serie notevole di armi da fuoco, spostò la sua flotta in direzione di Otranto e iniziò a devastare la città con una serie di cannonate. La popolazione riuscì a resistere per 14 giorni. L’11 agosto 1480, i Turchi fecero irruzione nella città e trovarono una forte resistenza da parte dei cittadini che erano scesi per strada armati dalla testa ai piedi con gli attrezzi del proprio mestiere. La popolazione, molto religiosa, nei combattimenti, persuadeva il nemico urlando di voler morire in onore della fede di Cristo. Ci fu una estrema battaglia davanti alla cattedrale di Otranto, il cuore religioso e civile della popolazione, ma i Turchi riuscirono a travolgere la resistenza che era allo stremo delle forze ed entrarono nella cattedrale.Quì avvenne una delle carneficine più terribili, l’arcivescovo Stefano, il clero e molti civili che si erano rifugiati quì, vennero sterminati, ed i Turchi riuscirono ad impadronirsi della città di Otranto. Tutti i maschi con una età superiore ai 15 anni vennero uccisi mentre le donne ed i bambini ridotti in schiavitù. La cattedrale successivamente venne trasformata in stalla per i cavalli, questo testimonia il mancato rispetto dell’ Impero Ottomano verso la religione cristiana.

Il giorno dopo avvenne la tragedia, 800 sopravvissuti all’eccidio, che si erano rifiutati di ripudiare la fede cristiana, vennero condotti sul colle della Minerva e decapitati su una pietra. Gli unici che scansarono la morte furono i De Marco, i Memmo e qualcun altro, che nel Settembre dell’anno successivo, assistettero alla liberazione di Otranto ad opera di Alfonso D’Aragona.

Riconosciuti ufficialmente Martiri dalla Chiesa, i loro resti si trovano in sette grandi teche in legno nella Cappella dei Martiri ricavata nell’abside all’ interno della Cattedrale di Otranto, altri resti sono custoditi nel Duomo di Napoli.

Sul Colle della Minerva dove avvenne l’ eccidio, si trova ora una chiesetta dedicata ai Martiri, la chiesa di Santa Maria dei Martiri.

 

La Costa di Otranto

 

Partendo da Otranto e risalendo il litorale costiero verso nord ci si imbatte nella splendida Serra degli Alimini, un tratto di costa ampiamente sabbioso, caratterizzato da singolari dunette di sabbia molto suggestive. Qui si sviluppano numerosi centri balneari e strutture turistiche di alto livello tra le più frequentate in alta stagione.

Spostandoci un po’ più nell’entroterra, troviamo i Laghi Alimini, due laghi rispettivamente denominati Alimini Grande ed Alimini Piccolo. Il primo è collegato al mare attraverso un piccolo percorso d’acqua, mentre il secondo è alimentato da sorgenti sotterranee di acqua dolce.

Ritornando lungo la costa e proseguendo, sempre verso nord, ci si incammina in direzione Torre Tell’Orso, dopo aver attraversato rispettivamente Torre Sant’Andrea e Torre Saracena. Torre dell’Orso è tra le spiagge più belle del Salento. La sua costa, a tratti rocciosa con pareti molto alte, racchiude delle stupende insenature con spiagge meravigliose ed un mare limpidissimo. È una delle località più turistiche della costa Adriatica e lo si intuisce dalle numerose strutture balneari presenti, che lasciano poco spazio a zone di spiaggia libera.

Salendo ancora si incontrano San Foca e Roca Vecchia, due bellissime località distanti tra loro solo pochi chilometri, ma molto differenti l’una dall’altra. La costa di San Foca si presenta bassa e sabbiosa ed è dotata di alcuni centri balneari, la costa di Roca Vecchia è, invece, alta e frastagliata, ma con un mare limpidissimo.

Proprio nelle vicinanze di Roca sorge la famosa Grotta della Poesia all’interno della quale sono state  rinvenute numerose tracce di vita appartenenti all’età paleolitica .

Immaginando di aver concluso il nostro viaggio alla scoperta della costa settentrionale, ripartiamo ora da Otranto, la città dei Martiri – così chiamata perché durante l’ assedio Turco del 1480, vennero decapitati 800 otrantini sul colle della Minerva – in direzione Sud. L’occhio non può che soffermarsi sul tratto di costa, prevalentemente alto e roccioso, della marina di Porto Badisco. Qui sorge anche la suggestiva Grotta dei Cervi.

Subito dopo si incontrano due note località turistiche, rispettivamente:  Santa Cesarea Terme, molto conosciuta per il suo turismo termale che sfrutta le  proprietà terapeutiche delle sue acque; e Castro Marina (a circa 5 km), una cittadina incastonata nella roccia alta e scoscesa, tra le più affascinanti del Salento, e con un porto turistico molto singolare ricavato da una insenatura.

Nei pressi della costa di Castro, si possono ammirare numerose grotte, frutto del fenomeno carsico molto sviluppato nella zona. La principale  è senz’altro la grotta della Zinzulusa, al cui interno si sviluppano numerose stalattiti e stalagmiti,  che danno senso all’origine del nome: zinzuli è un termine dialettale del posto che significa, straccio appeso, un chiaro riferimento visivo alle formazioni calcaree.

Scendendo ancora più a sud ci si dirige verso le marine di AndranoTricase e percorrendo il Ponte Ciolo, si arriva fino aSanta Maria di Leuca, la città più a sud del Salento, che divide il mare Adriatico dal mare Ionio. Leuca ha una costa rocciosa, tipica della zona ed è meta di pellegrinaggi in virtù della presenza del Santuario Santa Maria De Finibus Terrae.

Con questa località, abbiamo concluso il nostro viaggio lungo la costa Adriatica del Salento, una terra ricca di storia, cultura e soprattutto di scenari molto suggestivi, per i quali vale la pena trascorrere una piacevole vacanza.